Storia del Comune
Comune della provincia di Catanzaro, composto dal centro capoluogo Cardinale e dalla vicina frazione Novalba di Cardinale. Il territorio - kmq. 31,19 - confina con quelli dei Comuni di Argusto, Brognaturo, Chiaravalle Centrale, Davoli, Gagliato, San Sostene, Satriano Simbario e Torre dì Ruggiero, sul versante jonico delle Serre, nella media valle dell'Ancinale dominato dalle cime dei Monti Cucco (m. 958) e Trematerra (m.1.228).
L'abitato è nel fondovalle, sulla sinistra dell' Ancinale. È situato a 562 metri sul livello del mare; a 55 chilometri da Catanzaro, cui si collega per una provinciale che adduce alla Strada Statale 182. Sorto in periodo imprecisato, in una zona abitata dal neolitico, fu dapprima casale di Soverato. Nel 1488 era infeudato alla famiglia Gironda, originaria dalla Normandia e residente in Squillace. Dal 1494 al 1610 fu dei Borgia Principi di Squillace. Nel 1610 venne infeudato ai Ravaschieri Principi di Satriano che nel 1611, in persona di Ettore, generale spagnuolo nella guerra di Valtellina, vi ebbero incardinato il titolo di Duca.
In casa Ravaschieri rimase fino all'eversione della feudalità (1806). Fu danneggiato terremoto del 1783. E non minori danni subì dal terremoto del 1905, cui veniva disposto il consolidamento dell'abitato a totale carico dello Stato, e poi il trasferimento alle stesse condizioni.
Il primo ordinamento amministrativo, disposto dai francesi per legge 19-1-1807 lo riconosceva Luogo, ossia Università nel cosiddetto Governo di Satriano. Il successivo riordino, per decreto 4-V-1811, istitutivo dei Circondari e dei Comuni lo considerava tra questi ultimi e l'includeva nel Circondario di Chiaravalle. In questa disposizione rimase confermato nel riassetto dato dal Borbone alla Calabria, con la istituzione delle due nuove provincie di Catanzaro e di Reggio il 1 maggio 1816.
La grande Chiesa Parrocchiale, ricostruita dopo il terremoto del 1783, presenta molti segni dei rifacimenti successivi. Paese ad economia mista, Cardinale produceva in prevalenza mais, patate, uva ed ulive. Risulta sviluppata la pastorizia con selezionate razze di ovini e caprini che assicurano una buona produzione di formaggi gustosi. Sviluppato il commercio del legno. Negli estesi boschi di castagni faggi ed abeti nascono funghi che alimentano alcune piccole attività locali.
L'emigrazione è indirizzata verso i paesi de Mercato Comune Europeo. Un tempo erano rinomate, assieme ai formaggi, le trote che venivano pescate nell'Ancinale, la selvaggina e le noci.
Sono nati a Cardinale Giovan Battista Agapito, poeta (sec. XVII); Daniele Costa, filosofo (1817-1881) Domenico de Luca, scrittore di medicina (sec. XIX) Francesco de Luca, Deputato (1811-1875); Giuseppe de Luca, geografo (sec XX); Sebastiano de Luca, Chimico (1820-1880) Francesco Drosi, letterato (sec. XIX); Gesualdo Lochirico, Vescovo (1823-1890).
Ai moti del Risorgimento, il paese è stato presente attraverso i suoi: Nicola Saverio Altamura; don Francescantonio Angherani; Pietro Calabretta; Giuseppe, Flavio e Luigi Daniele; Serafino De Fazio; Domenico e Francesco De Giorgio; Giovanni De Leo; Don Martino e Sebastiano de Luca; Giuseppe Giancotti; Padre Girolamo; Nicola Goni; Raimondo Jozzi; tre Domencio e Giuseppe Lombardo; Domenico Mammone; Giovanni Marra; Nicola Melito Domenico e Francesco Nisticò; don Domenico Pelaggi; Antonio Maria Russi Manno; Francesco Russo Manno; Domenico e Salvatore Salerno; Domenico Sinopoli; Giovanni Truozzi; Angelo Vasco; Francesco e Nicola Zaccone.
È nella Diocesi di Squillace. Le Parrocchie sono intitolate a S. Nicola di Bari ed a Santa Maria delle Grazie. Il Patrono, S. Nicola di Bari, viene festeggiato la prima domenica di maggio. Fiera nella prima domenica di maggio, luglio ed ottobre. Gli abitanti son detti cardinalesi.